domenica 7 luglio 2013

Sua Emergenza

Il Vescovo irrompe nel dibattito sulla salute pubblica: "Scusate il ritardo, ero in fila dal dottore".

Ancora speranze per il diritto alla salute: nessun richiamo alla Provvidenza.


Con un lungo comunicato stampa ripreso da tutti gli organi d'informazione, il Vescovo di Senigallia, Mons. Orlandoni, ha sciolto le sue riserve sul diritto alla salute, confermando che effettivamente esiste e che va tutelato. L'intervento, perso nella canicola di luglio e con tutte le coscienze in vacanza, parte dai fondamentali, che, nel caso del diritto alla salute vengono dall'art. 32 della Costituzione, che ha trasformato una virtù per cattolici, la Carità, in un diritto universale.

Il concetto espresso da Orlandoni è quello del "depauperamento" della salute pubblica, un termine che richiama mancanza di fondi, risorse ed investimenti. I problemi sembrano provenire esclusivamente dalla mancanza di soldi o da una errata gestione degli stessi.

La sua morale cristiana (e il suo alto incarico) gli impediscono di parlare di "smantellamento" della salute pubblica in favore della sanità privata, forse il vero e unico problema. Quella dello smantellamento è una tesi ardita, va a cozzare contro un sistema politico ben radicato che ancora gode di una relativa fiducia dato che viene confermato, di volta in volta, alle elezioni.

Lo stesso sistema politico che decenni fa ha chiuso i piccoli ospedali comunali per potenziare gli ospedali di rete e ora li smantella per aprire le "aree vaste", l'accentramento dei servizi in poche e scomode sedi sparse per le Marche. La prossimità, una caratteristica peculiare della cura (il paziente soffre anche perchè i suoi congiunti non possono assisterlo agevolmente) cede il passo alla razionalizzazione della cura, al suo minor costo/letto.

Un sistema politico che fa parlare i suoi "tecnici" di razionalizzazioni e ottimizzazioni e che convoca tavoli di concertazione con il territorio i cui posti sono sempre occupati da coloro che sostengono questo sistema politico. Il risultato è l'autoreferenzialità e il massimo effetto è quello che vede piccoli esponenti del sistema riportare a casa modesti risultati per il territorio e ottimi risultati per la loro carriera politica.

Un sistema politico che dà il suo avvallo a spericolate operazioni di mantenimento delle clientele elettorali, con il potenziamento dei servizi (e delle eccellenze) in aree spopolate della Regione (leggasi Fabriano) a scapito della popolosa area costiera. Che costituisce (sempre a Fabriano) un centro unico direzionale dell'ASUR, acquistando un prestigioso edificio nuovo di zecca e ignorando le potenzialità delle reti telematiche per il decentramento, che consentono di abbattere i costi dell'amministrazione, l'attività meno produttiva dell'ASUR. Smantellamento o depauperamento che dir si voglia, ma non per tutti.

Queste cose un Vescovo non può dirle, preferisce entrare nello specifico e parlare di primariati mancanti, di disservizi o di perdita di posti letto. Lo fa dal suo alto magistero, ma lo fa anche da buon ultimo: le sue segnalazioni e il suo allarme sono gli stessi che privati cittadini, associazioni, sindacati, Tribunale del Malato, Sindaci, pazienti e Consiglieri comunali lanciano da due anni a questa parte, pur non avendo lo stesso potente riscontro nei media.

Lo fa fuori tempo massimo, a luglio inoltrato, quando la politica va in vacanza, qualunque sia l'esito della riorganizzazione del servizio sanitario. Luglio, un momento in cui c'è la massima attenzione per anticiclone ed eventi in spiaggia e il minimo interesse per qualsiasi cosa possa essere rimandata a settembre.

Eppure venti giorni fa questo comunicato stampa avrebbe avuto un altro effetto, non sarebbe caduto nel vuoto. Pubblicato nei giorni del Consiglio grande sul servizio sanitario, quando abbiamo avuto ospiti il Direttore generale dell'ASUR Ciccarelli e l'Assessore alla Salute Mezzolani, avrebbe condizionato la scarsa attenzione dei media nei confronti dell'evento, che forse "doveva" essere un evento minore. Un vero peccato, forse neanche veniale.


Pubblicato nel marzo 2011 sul Messaggero, questo annuncio ha aperto la guerra della Regione contro la sanità nel senigalliese.


mercoledì 3 luglio 2013

Minimal chic

Un altro record per Senigallia: la più piccola inaugurazione del mondo.

Presto i primi veri bagni pubblici in Centro Storico e allora faremo le cose in grande.


Il minimal chic irrompe nel Centro Storico di Senigallia: stanca di inaugurare piazze e "luoghi dello stare", l'Amministrazione ha scelto il ritorno alle origini, alle piccole infrastrutture che fanno grande una Città, fontanelle, lampioni e rastrelliere per biciclette. Qualche giorno fa, con una semplice e commovente cerimonia, è stata inaugurata una fontanella in Piazza del Duca, finanziata dal Lions Club.





Opere più impegnative, quali marciapiedi, piste ciclabili e "luoghi del sedere" dovranno attendere il loro turno, adesso è il momento del rigore, dell'essenzialità e, per dirla assieme al Lions Club, donatore dell'Opera, "della sobrietà".

Le prossime opere destinate ad incrementare il patrimonio civico della Città saranno un lampione al Ciarnin, un nuovo cipresso al cimitero e un divieto di sosta alla Cannella, da tempo richiesto a gran voce dai residenti. E' previsto un serrato palinsesto di inaugurazioni, per far arrivare la Città in gran forma al Natale, quando sarà inaugurato l'albero di Natale in Piazza Roma.

Seriamente: la foto mostra una certa energia, da parte di Sindaco e Vice Sindaco, nel presenziare a qualunque evento sia disponibile. Da tre anni sono inseparabili come i pappagallini, viene voglia di venderli alla Fiera e forse un giorno lo potremo fare. Questo entusiasmo presenzialista stona con un'Amministrazione incapace di deliberare il bilancio per mancanza di fondi e disposta a tagliare qualsiasi spesa, tranne quelle ultra consolidate dei Grandi Elettori, Summer Jamboree e UISP in prima fila.

Senigallia è amministrata da un Sindaco e una squadra di sette Assessori, la maggior parte dei quali impegnati a presenziare ovunque, senza aggiungere nulla oltre alla loro presenza, peraltro modesta. Non si tratta di costi della politica: un Assessore costa dai 400 ai 1200 Euro al mese, cifre che non ci cambiano la vita. Si tratta di misurare il proprio contributo per il bene pubblico e di capire se si è utili a qualcosa o soltanto prescelti per una casella che andava riempita.

E qui ancora una volta tornano alla mente le parole del Lions Club nel presentare la sua fontanella: "...simboli che incarnano i valori di sobrietà, essenzialità, ecologia e risparmio...". Anche i nostri gesti, tipo quello di farsi da parte, possono incarnare quei valori.

Ancor più seriamente: l'anno scorso ho visitato Anghiari, una città di origine medievale in provincia di Arezzo. Il suo piccolo ma bellissimo centro storico, dotato, a mio avviso, anche della quarta dimensione, è dotato anche di ben tre WC pubblici in posizione strategica e molto turistica.

Senigallia, che ha un centro storico di quaranta ettari, non ha bagni pubblici normalmente utilizzabili. Lo stesso Mangialardi, intervistato da candidato Sindaco sull'argomento, ammise la carenza di servizi pubblici, rivendicando però la presenza di quattro bagni pubblici al Foro Annonario (cercati e mai trovati) e la capacità degli esercizi pubblici del Centro Storico di sopperire alla carenza pubblica con i bagni obbligatori in dotazione. In sintesi: se ti scappa, ti trovi un bar che sicuramente ha un bagno a disposizione del pubblico, altrimenti gli ritiriamo la licenza. Un bell'esempio di sinergia pubblico - privato.

Ora, io non conosco nessuno che entra volentieri in un bar sovraffollato durante un evento estivo e che magari si aspetta di trovare il bagno lindo e igienizzato. Al contrario conosco molti che indosserebbero volentieri un pannolone da incontinenti per evitare di cercarsi un cesso in un bar o di usare un bagno chimico Sebach, la più dannosa invenzione dell'Uomo dopo il Mocio Vileda, che non pulisce i pavimenti ma trasla lo sporco in orizzontale.

Quello dei bagni pubblici assenti sta diventando un luogo comune dei visitatori su Senigallia, assieme ai prezzi gonfiati fronte mare. Il giorno che inaugureremo un funzionale bagno pubblico nel centro storico di Senigallia sarà festa grande. Verrò anch'io a presenziare, a costo di fare la figura da Assessore.


Di contorno (lettura facoltativa per fissati)

Il nuovo addetto stampa del Comune di Senigallia, Maria Pettinari, ha iniziato il suo lavoro e, come prevedibile, invia le email con tutti gli indirizzi in chiaro, disponibili per qualsiasi spam o catena di Sant'Antonio telematica. In realtà ieri una piccola gioia me l'ha data: ho ricevuto tre email con i comunicati stampa del Comune e la seconda aveva gli indirizzi nascosti. Probabilmente si è trattato di un disguido, la terza email è arrivata normalmente col suo elencone di indirizzi in bellavista. Che non si ripeta mai più.


L'esaustiva mailing list del Comune, disponibile tutti i giorni


La cosa più grave è che ho ricevuto un comunicato stampa della RIECO, l'azienda della raccolta differenziata, con lo stesso elenco di indirizzi dell'email comunale. La RIECO è al centro di una polemica con i sindacati per le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti e ha trovato con grande facilità l'elenco completo degli indirizzi email di giornalisti  e bloggers, utilizzando un'email del Comune di Senigallia.

Non voglio pensare che la RIECO, fornitore di servizi in appalto al Consorzio CIR33, che presto sarà convocata per un'audizione in Commissione Consiliare sul problema sollevato dai sindacati, abbia chiesto la mailing list della stampa al Comune e che questo gliel'abbia fornita senza battere ciglio. Ci sarebbero gli estremi per una segnalazione all'Autorità garante per la Privacy. Ma la mia è una minaccia a vuoto: questi non sanno neanche cosa sia la privacy.